lamiasicilia.org

Il portale di chi ama la Sicilia

Giochi siciliani - Lippa

lippa

Il gioco della lippa ha origini molto antiche ed era diffuso in quasi tutte le regioni italia¬ne, seppure con nomi diversi derivanti dai vari dialetti.
Per giocare occorrevano tre pezzi di legno, tutti ricavati solita¬mente da manici di scopa, due più grandi (che venivano usati come vere e proprie mazze) e uno più piccolo e con le estremità appuntite.
Un giocatore, nelle vesti di lanciatore, doveva battere il pezzo più piccolo con quello più grande e lanciarlo il più lontano possibile dall'av¬versario. Questi, a sua volta; avrebbe dovuto ribattere lan¬ciando il bastoncino il più vicino possibile al lanciatore.

Commenti

Inviato da Gianni Leone il
Negli anni 60 a Sciacca ci giovavamo pure noi e si chiamava " MILECA" era il gioco più divertente perchè se eri bravo facevi un sacco di strada per fare arrivare più lontano possibile il legnetto piccolo.

Inviato da Gianni Leone il
Negli anni 60 a Sciacca ci giovavamo pure noi e si chiamava " MILECA" era il gioco più divertente perchè se eri bravo facevi un sacco di strada per fare arrivare più lontano possibile il legnetto piccolo.

Inviato da Tonino Genovese il
Eccome non me lo ricordo..nel ragusano si chiamava "e scorpa" prendeva questo nome dai pezzetti di legno auto costruiti, credo che si chiamasse in quel modo. Quello che mi ricordo perfettamente e' la difficolta' del gioco, infatti appena si colpiva il piccoletto ad una delle estremita' appuntite, questo si avvitava nell'aria e la maestria consisteva proprio nel colpirlo in pieno proprio nell'avvitamento, cosa assolutamente non facile ma non impossibile, anzi all'epoca si era dei veri "geni battitori" considerando la difficolta' altro che costosi e statici giochi moderni comprati a fior di palanche...Il tutto era auto costruito (non con manici di scopa, e dov'erano? Nelle scopa e guai a chi li toccava..) con degli rami d'albero. Gioco anche di una certa pericolosita' e non sempre esente da incidenti anche se ci tenevamo sempre alle spalle del battitore, non sempre tutto andava per il meglio dato che appena il legnetto piccolo appuntito alle estremita' si librava nell'aria non era impresa facile colpirlo al meglio e sempre che al battitore per la foga non gli scappasse il legno grande dalle mani che poteva prendere qualsiasi direzione, anche alle sue spalle, appunto dove ci mettevamo il resto dei giocatori in quanto quella diciamo che fosse la zona di sicurezza...Altro che giochi moderni e blasonati, a costo "zero" ci auto costruivamo ed inventavamo dei nuovi giochi e siamo cresciuti forti ed inventivi se pur giocavamo in mezzo alla strada ed eravamo contentissimi e ci confrontavamo nel gruppo di gioco. Oggi ci sono genitori che spendono fortune per giochi che dopo pochi giorni stancano e come dice quel vecchio proverbio siciliano che non sbaglia mai, "Tambureddu nuovu a tri gghiorna e' appisu o chiovu.." A buon intenditor......

Inviato da Caterina Ignoto il
ci giocava mio fratello che io volevo imitare ma essendo "fimminedda" mi toccava guardare dimenticavo...al mio paese si chiamava "scanneddu"

Inviato da Catalfo Vito il
Condivido perfettamente quello che ha scritto il signor Tonino Genovese , e come li ho vissuti io quegli anni 55- 60. io sono di Vita (TP) ma al mio paese si chiamavano scanneddi, eravamo veri professionisti.

Inviato da Catalfo Vito il
Condivido perfettamente quello che ha scritto il signor Tonino Genovese , e come li ho vissuti io quegli anni 55- 60. io sono di Vita (TP) ma al mio paese si chiamavano scanneddi, eravamo veri professionisti.

Lascia un commento

Accedi o registrati per inserire commenti.