La Pasqua a Paternò

Giovedì Santo i sepolcri nelle chiese sono religiosamente composti ai piedi di un altare e i devoti li visitano in numeri dispari (3, 5, 7) e li vegliano in adorazione. Durante la veglia, un bambino vestito di bianco, custodiva la chiave del Santo Sepolcro e la teneva appesa al collo dalla sera del giovedì Santo all'indomani.
Il Venerdì Santo, quando usciva la Madonna Addolorata dietro il Figlio morto, dodici canonici scendevano in processione dalla Chiesa Madre con le cappe magne, mantelli di seta lunghi 6-8 metri, paramenti sacri color porpora o viola, con bordi di pelle di ermellino, che strisciavano e frusciavano per la scalinata settecentesca della Chiesa Matrice e per le vie. Ed era uno spettacolo assai suggestivo ed evocativo a vedersi.
Dietro la bara di Gesù morto c'erano anche i cantati, cioè i soci delle confraternite, che indossavano una camiciola bianca.
Apre la processione del Venerdì Santo una ragazza dai capelli lunghissimi, che raffigura la Veronica e porta in mano uno stendardo o panno di lino bianco in cui é effigiato il Volto Santo di Cristo.
Seguono le Crocerossine, le Donne di carità, nerovestite, e vari ragazzi che portano i martiri di Gesù: i chiodi, il martello, la scala, la croce, le lance, i flagelli, la corona di spine. I soci delle confraternite in duplice fila portano sul capo la corona di spine, in mano la torcia accesa, la cordicella al collo.
Il Venerdì Santo è la giornata della processione del Cristo Morto e della Vergine Addolorata: quella che i paternesi chiamano ? à nisciuta do Signuri mortu?. Già dal pomeriggio il popolo dà la scalata al colle, per assistere alle sacre funzioni e alla processione più sentita e partecipata dalla Città.
Davanti la chiesa di Santa Maria dell?Alto, a? Matrici, i due simulacri escono e sfilano per le vie della città.
Un grande scrittore siciliano, Leonardo Sciascia, né dà, con molta lucidità, questa chiave di lettura: ?...Cristo,al momento della cattura, è già nella morte. E il morto è morto come si dice in tutti i proverbi che consigliano pace, rassegnazione, omertà. Ma la madre è viva: dolente, chiusa nel nero manto della pena, trafitta.
I due simulacri, portati a spalla, dondolati dai portatori impettiti nei loro abiti neri, quasi disegnano con piccoli passi un?ellissi in movimento. Quella dei portatori dei due simulacri è una delle tradizioni della Città strettamente legata alla Pasqua, ed in particolare al Venerdì dell?Addolorata e al Venerdì Santo, in quanto nel passato vigeva l?uso di tramandare di padre in figlio il diritto a portare a spalla le due monumentali vare.
I fercoli sono molto grandi, basti pensare che i portatori dell?Addolorata sono 34, che durante la processione si alternano tra circa 80 devoti , mentre quelli del Cristo Morto sono circa 50, su oltre un centinaio di devoti che si danno il cambio!
La domenica di Pasqua, la Collina Storica accoglie con trionfo il Cristo Risorto con la bandiera bianca, simbolo di Pace universale, la vittoria della vita eterna sulla morte corporale, che dalla Matrice inizia la Sua processione verso il fondovalle, accompagnato festosamente da numerosi fedeli e, soprattutto dai coltivatori diretti , organizzatori della Festa del Risorto. E? il ?Signore risuscitato?! ? Dicono i nonni ai bambini e alle bambine, ancora impressionati, nella loro memoria, dalla statua del Cristo Morto.
SI ringrazia per le foto Giuseppe Mirenda
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