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I cuniculi di Caltanissetta

I cunicoli, ovvero sia quei passaggi segreti che, nel corso dei secoli, avrebbero creato a Caltanissetta una sorta di rete sotterranea di comunicazioni sotto castelli, monasteri e chiese, sono uno dei misteri più affascinanti che da decenni vengono tramandati di generazione in generazione fra i nisseni.

Si dice che fossero utilizzati per custodire tesori e scorte alimentari, per garantirsi una via di fuga in caso di assedio, per delle "uscite clandestine" di persone nascosti dagli occhi della gente, per incontri segreti.

"Fra le varie ipotesi, più delle altre s?è tramandata quella dell?esistenza del «trabuccu», cioè a dire l?insieme dei sotterranei che originavano appunto da palazzo Moncada e dove venivano "dispersi" gli oppositori dei principi al governo. Se andiamo alla specifica analisi del termine, ecco quella che ne fa l?abate palermitano Michele Pasqualino nel suo celebre «Vocabolario siciliano etimologico» del 1795, laddove alla parola «trabuccu» o «trabbuccu» corrisponde questa definizione: «Luogo fabbricato con insidie, dentro del quale si precipita a inganno (?). Da "bucca", o "vucca", perché si precipita dalla bocca di quel luogo fabbricato per insidie». Insomma il classico trabocchetto, per dirla con parole d?oggi.
Ma altri cunicoli pare si dipartissero dal palazzo: uno di questi, originando appunto dai sotterranei dell?edificio, passava sotto la piazza grande e il quartiere degli Zingari (l?attuale Provvidenza) per finire in località «Pigni», vale a dire laddove esisteva il convento dei padri Cappuccini (in fondo all?odierno viale Regina Margherita, edificio poi trasformato nell?ospedale civile Vittorio Emanuele): una galleria lunghissima, dunque, se si pensa che praticamente attraversava nel sottosuolo mezza città, e per questo piuttosto improbabile nella realizzazione pratica, considerati anche i tempi e le relative tecniche costruttive.

Un altro passaggio sotterraneo pare, invece, che collegasse la chiesa ed il monastero di Santa Flavia, il Collegio dei Gesuiti, il predetto palazzo Moncada e la chiesa madre di Santa Maria La Nova (a proposito di S. Flavia, se ne parlò anni fa quando fu rinvenuto un passaggio che da un?arcata laterale - dove esisteva il monumento funebre dei Moncada - portava sotto il pavimento centrale e sfociava in una cripta, da dove si ipotizzava potesse originarsi uno di questi corridoi sotterranei).
Un altro passaggio avrebbe collegato il palazzo dei principi al quasi attiguo convento del Carmine: insomma una "rete" di comunicazione a beneficio - si diceva sempre tra il popolino - di chissà quali segreti incontri tra religiosi, o tra religiosi e membri della famiglia del principe, o chissà cos?altro.
Un altro cunicolo sarebbe invece partito dal castello di Pietrarossa, attorno al quale come si sa esistette il primo nucleo della città, per consentire di uscire fuori dalle antiche mura senza essere notati. E poi ci sarebbero stati i tanti cunicoli di collegamento tra le cripte delle varie chiese della città, anche qui con aggiunta di ipotesi e illazioni circa gli accennati possibili incontri "clandestini" tra monaci, monache, ecc."1

Caltanissetta ha una passato di città mineraria, e di cunicoli sotterranei la provincia ne è piena. Basti pensare alle centinaia di livelli sotterranei da dove per secoli si è estratto lo zolfo. Cuniculi ad altezza di "carusi" che si dipanano tutt'oggi sotto le colline del nisseno per chilometri e chilometri, ormai sbarrati al loro ingresso da muri sigillanti messi li per evitare che qualche incauto "esploratore" si inoltri in luoghi a rischio di crollo.

Questa ad oggi è l'unica prova certa sull'esistenza dei cunicoli, che magari non collegano la cripta di una chiesa con qualche sala dell'antico castello di Pietrarossa, e che non sono serviti per incontri clandestini fra religiosi dei vari ordini. Ma chissà: Caltanissetta è stata sicuramente in passato ricca di persone che custodivano le tecniche per creare immense gallerie sotterranee. Niente di strano che queste tecniche siano state richieste da baroni, principi, religiosi del tempo per realizzare quei percorsi comunicativi segreti che tutti sanno esistere ma che purtroppo nessuno sa dove siano.

Autore: Alessandra Cancarè

Commenti

Inviato da Ornella Mendola il
Ho buona parte della mia famiglia paterna che vive a Caltanissetta, ma tutte queste cose non le sapevo. Grazie

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