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Trapani, la città a forma di falce

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Trapani, I'Invittissima - così fu chiamata la città nel 1448 da Ferdinando il Cattolico - porta ancora oggi i segni delle varie stratificazioni culturali che hanno lasciato testimonianze indelebili nel tessuto urbano, architettonico e monumentale della città.
Si riconosce l'impianto di città araba nell'antico quartiere Casalicchio con il suo dedalo di tortuose stradine e vicoli, si ritrovano i segni della città medievale nei resti del Castello di Terra e delle mura di cinta, nel Castello della Colombaia, ristrutturato in epoca aragonese, esempio di architettura militare, posto a proteggere la città dal mare.
Si percepisce l'opulenza e la ricchezza della città nel XVII e XVIII secolo ammirando i palazzi barocchi, le chiese, e, ancora, le opere d'arte dei maestri artigiani, argentieri e corallai esposte al Museo Pepoli.

Un ideale percorso storico-architettonico può iniziare dalle Chiese di S. Domenico e di S. Agostino, esempi di tipica architettura gotico-religiosa siciliana del XIV sec. e, nelle cui facciate, si ammirano, ancora oggi, i rosoni originali. Nel XVI sec., alla famiglia Ciambra si deve la costruzione del Palazzo della Giudecca, ubicato nell'antico quartiere ebraico ed edificato in stile Plateresco.

Dello stesso secolo la Chiesa di S. Maria del Gesù, dal particolare prospetto a capanna, ha forme tardo-gotiche e conserva al suo interno una bellissima Madonna con Bambino, detta degli Angeli, in terracotta invetriata, circondata da festoni di frutta e fiori, opera di Andrea della Robbia.
L'architettura barocca nei secoli XVII e XVIII definisce l'assetto urbano dclla città intorno alla Rua Nova (Pat tuale via Garibaldi) c alla Rua Grande (l'attuale Corso Vittorio), le due principali arterie urbane realizzate dai Principi Aragonesi nel sec. XIII. Sulle due vie si affacciano chiese e palazzi nobili dalle imponenti facciate.
Sulla Rua Nova la Chiesa dell'Itria (sec. XVII), il Palazzo Milo, oggi sede della Soprintendenza ai Beni Culturali, la Chiesa del Carminello dal portale ba rocchetto, la Badia Nuova che alla semplicità del prospetto contrappone un interno fastoso e ricco di marmi policromi.
Sulla Rua Grande il Palazzo Senatorio o Cavarretta, uno dei migliori esempi di barocco trapanese, la Chiesa del Collegio dei Gesuiti, Palazzo Riccio di San Gioacchino, la Cattedrale di San Lorenzo che conserva all'interno una Crocifissione attribuita al pittore fiammingo Van Dyck. Ed ancora il Palazzo Lucatelli, la Chiesa del Purgatorio dalla superba - facciata-torre realizzata - dall'architetto Gian Biagio Amico.

I MUSEI
Si accede al Museo Pepoli dal Giardino del Santuario dell'Annunziata. Questo breve percorso allontana il visitatore dai rumori della strada e lo prepara ai silenzi ed alle suggestioni del bellissimo Chiostro rinascimentale dell'ex Convento dei Padri Carmelitani, edificio di origine trecentesca ma ampiamente rifatto tra il '500 ed il '700, dove ha sede il Museo. All'interno, una superba opera architettonica tardo rinascimentale e barocca: lo scalone monumentale detto "magnifico': II Museo espone collezioni di opere scultoree del '500 e del '600, di dipinti che vanno dal XIII al XVIII sec., di arti decorative, reperti archeologici, cimeli storici e contiene anche una interessante sezione di numismatica. II Museo Pepoli è famoso soprattutto per le sue collezioni di arte decorativa e applicata (sale XIII-XXI) che testimoniano il ricco artigianato trapanese, di tale pregio artistico da rendere famosa la città, nei secoli passati, in tutta Europa.
Si ammirino la leggerezza e l'eleganza delle statuine da presepe (XVIII sec.) realizzate in legno, tela e colla, opere di Giovanni Matera e Alberto e Andrea Tipa, la raffinatezza dei gioielli siciliani (XVII sec.) realizzati in oro, corallo, pietre preziose e smalti, gli argenti, la policromia delle ce¬ramiche fra cui, bellissimi, i pavimenti maiolicati del XVIII sec. raffiguranti scene della pesca del tonno e del corallo. Ma sono i coralli trapanesi, vere opere d'arte del XVII e XVIII sec., a catturare l'attenzione del visitatore: i presepi, la lampada di Matteo Bavera, i calici, gli ostensori, sono rappresentativi della raffina¬ta perizia tecnica e perfezione formale raggiunta dai maestri corallai trapanesi.
All'estrema punta della città si erge, maestosa, la seicentesca Torre di Ligny, che oggi ospita il Museo di Preistoria. Vi sono esposti reperti del neolitico e del paleolitico rinvenuti in massima parte nel territorio trapanese, ma anche nel palermitano e nel Nord Africa.
La Biblioteca Fardelliana, allocata nell'edificio dell'antica Chiesa di San Giacomo Maggiore del XIII sec. e ristrutturata nei sec. XVI e XVIII, dalla bella facciata barocca, è famosa in Sicilia per le sue raccolte di ma-noscritti, codici miniati e stampe antiche fra cui, particolarmente preziosa, la raccolta Piranesi.

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